Si celebra venerdì 25 novembre la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. Una ricorrenza istituita nel 1999 dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite che ha lo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema del femminicidio, fenomeno che nel nostro Paese ha assunto dimensioni allarmanti.
Oltre cento donne in Italia nel 2016 sono state uccise da un uomo. In media, una ogni tre giorni. Un dato che, seppur dimostri una leggera diminuzione dei casi di femminicidio rispetto agli altri anni, non può tranquillizzare. Continuano infatti ad essere tantissime le donne aggredite, maltrattate e insultate, molte delle quali spesso non si rivolgono ad alcuna istituzione e non cercano aiuto. Quasi 7 milioni quelle che nel corso della propria vita hanno subito una forma di abuso, il più delle volte, proprio da quell’uomo che dice di amare.
Ma un uomo innamorato, ed è bene che le donne ne prendano coscienza, non picchia, non schiaffeggia e non lascia lividi sul corpo della propria compagna. Un uomo che ama, non offende, non minaccia, non ricatta pur di imporre la sua volontà. Se un uomo uccide una donna, non è MAI amore. Quella, semmai, è follia. Se fosse amore, la donna avrebbe la sua indipendenza, la sua libertà, anche economica.
È amore quando si è felici, insieme.
Il messaggio del Presidente della Repubblica
«La piaga della violenza contro le donne è ancora aperta, in Italia e nel mondo. Particolarmente grave è la violenza spesso originata tra le mura domestiche, nei contesti familiari, nell'ambito delle relazioni sentimentali. A questi abusi non possiamo rassegnarci, perché ne va della dignità umana.Abbiamo bisogno di rafforzare l'opera di educazione al rispetto e alla libertà di ciascuna persona. A partire dai giovani. La violenza di genere è lo specchio di una degenerazione dei rapporti interpersonali, dell'abbandono dei valori fondativi della nostra civiltà, che si basa sulla pari dignità di tutti, cittadine e cittadini. La violenza contro le donne è inaccettabile, è una ferita all'intera società. Eliminarla è un obiettivo che ogni Paese civile deve perseguire con decisione».