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La maggior parte dei giovani, se devono  valutare le informazioni che scorrono sui social network, non sono in grado di distinguere una notizia vera da una falsa oppure sono facilmente ingannati dai contenuti postati da inserzionisti pubblicitari. Lo afferma un rapporto pubblicato dall'università di Stanford sul proprio sito, basato su 7.804 studenti di diverse fasce d'età, da quelli delle classi superiori ai giovani dei primi anni di università.

I ricercatori hanno iniziato il loro lavoro nel gennaio 2015, con lo scopo di identificare nuovi approcci per insegnare le competenze necessarie utili a distinguere le fonti credibili da quelle inaffidabili.
Il rapporto, pubblicato questa settimana dal History Education Group Stanford  (Sheg), “mostra una incapacità sconcertante da parte degli studenti di ragionare sulle informazioni che leggono su Internet, sui 'feed' di Twitter e Facebook, sui commenti dei lettori di forum ma anche su post,  fotografie, blog privati e altri messaggi digitali che plasmano l'opinione pubblica”.

Come spiega l'autore principale dello studio, Sam Wineburg, dalla ricerca è emerso ad esempio che l'82% degli studenti non è in grado di distinguere tra una vera notizia e un contenuto sponsorizzato, mentre il 40% ha legato automaticamente una foto di un cerbiatto con malformazioni a una notizia su Fukushima, anche se nell'immagine non c'era nessun accenno a dove fosse stata scattata.  Più di due terzi degli intervistati non ha trovato nessun motivo di dubitare di un post scritto da un dirigente bancario che affermava che i giovani hanno bisogno di piani finanziari, mentre solo un quarto del campione è stato in grado di distinguere il vero profilo Facebook di Fox News da uno fittizio.

Gli autori temono che la democrazia sia minacciata dalla facilità con cui è consentita la disinformazione sui problemi civici. "Molte persone pensano che poichè i giovani sanno usare i social media sono egualmente bravi a giudicare quello che c'è scritto - afferma Wineburg - ma il nostro lavoro mostra che la realtà è opposta. Siamo rimasti sconcertati dalla mancanza di preparazione degli studenti". 
I prossimi passi per questa ricerca includono attività finalizzate ad aiutare gli educatori a monitorare la comprensione degli studenti e per migliorare la loro istruzione. Si prevede anche lo sviluppo di un programma di studi per gli insegnanti. A tal scopo la History Education Group Stanford ha già iniziato delle  lezione pilota nelle scuole superiori locali. 

"Nei prossimi mesi, non vediamo l'ora di condividere le nostre valutazioni e lavorare con gli educatori per creare materiali che aiuteranno i giovani a navigare il mare di disinformazione che incontrano on-line", concludono i ricercatori.