Gli studenti italiani delle scuole secondarie sono diventati più bravi in matematica mentre è insufficiente la loro preparazione in scienze e nella lettura. Nel complesso l’Italia è indietro rispetto agli studenti degli altri paesi aderenti all’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).
Sono questi i dati sulle competenze dei 15enni in base ai test Programme for international student assessment (Pisa)-Invalsi 2015, diffusi in contemporanea a Bruxelles e in altre città, hanno coinvolto 540 mila studenti di 72 Paesi. La pagella per gli studenti italiani è scoraggiante perché distante dagli ottimi risultati che si registrano invece nei paesi asiatici come il Giappone (che è anche al secondo posto mondiale), e Singapore (non-Ocse).
Dal 2006 nessun miglioramento, tra i ragazzi di seconda superiore, nella capacità di lettura e in scienze, con i risultati che restano inferiori alla media Ocse. Un dato per tutti: uno studente su cinque non raggiunge il livello minimo di competenza nella lettura di un testo. L’Italia è in linea con la media, per la matematica nonostante l’enorme divario con gli estoni, olandesi, sloveni, danesi e tedeschi.
Eppure i ragazzi italiani studiano più degli altri: quasi 50 ore a settimana passate sui libri, contro una media Ocse di 44 ore, e nonostante assenze da scuola più frequenti. In moltissimi altri Paesi, tuttavia, i ragazzi ottengono performance superiori con un impegno decisamente più basso. Finlandia e Germania ad esempio: 36 ore in tutto tra lezioni e studio a casa.
Secondo l’Ocse, molto dipende dall’investimento che lo Stato fa sui ragazzi: tra il 2005 e il 2013, infatti, la spesa pubblica per studente è calata di circa l'11%, mentre nella media degli altri Paesi è cresciuta del 19%.
Un altro dato preoccupante riguarda la differenza sempre più marcata tra ragazzi e ragazze, un gap superiore alla media Ocse per quanto riguarda matematica e scienze. Infine, è netta la distanza tra nord e sud Italia. In scienze gli studenti di Bolzano, Trento e Lombardia segnano punteggi fino a 35 punti superiori alla media italiana e vicini ai risultati top dei Paesi nordeuropei, mentre i loro compagni campani, invece, sono 35 punti sotto la media.