Coronavirus, Italia “zona protetta” secondo giorno.
Tra paesaggi urbani lunari (soprattutto al Nord), luoghi dove si circola con le mascherine (peraltro esaurite), e comportamenti inutili quanto dannosi, come prendere d’assalto i supermercati, il Paese deve ancora adattarsi ad una condizione del tutto inedita. Siamo chiamati a collaborare tutti, a fare ciascuno la propria parte, restando a casa, uscendo solo per le urgenze e seguendo le raccomandazioni del Governo.
E anche la Puglia e Taranto stanno lentamente metabolizzando una realtà che fino a poche settimane fa sembrava riguardare solo la Cina.
La Puglia si sta preparando, con ogni mezzo, a gestire al meglio un eventuale estendersi del contagio (se staremo a casa, non accadrà o comunque le proporzioni dell’emergenza rimarranno “contenute”); diversi i cittadini che hanno avviato campagne di raccolta fondi da destinare agli ospedali. Per garantire a tutti di poter fare delle donazioni, nella massima trasparenza, la Regione Puglia ha istituito un conto corrente. Sarà gestito dalla Sezione Protezione Civile e resterà aperto per tutti coloro che vorranno sostenere il Servizio Sanitario pugliese, dall’Italia e dall’estero. L’IBAN è il seguente: IT51 C030 6904 0131 0000 0046 029; intestato a REGIONE PUGLIA.
Nello spazio destinato alla causale bisogna scrivere: DONAZIONI CORONAVIRUS REGIONE PUGLIA. Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito http://www.regione.puglia.it/
Intanto i tecnici e gli scienziati discutono sull’opportunità di rendere ancora più dure le restrizioni, soprattutto nelle aree di maggiore diffusione del contagio da Coronavirus. Walter Ricciardi, consulente OMS del Ministero della Salute, ha dichiarato questa mattina (11 marzo, per chi legge) che è al vaglio un inasprimento delle misure di contenimento (come la chiusura totale degli esercizi commerciali), in Lombardia. Lo chiedono i rappresentanti istituzionali della Regione. Se dovessero passare, tali provvedimenti non riguarderebbero, al momento, il resto d’Italia. Ma la situazione è monitorata, al Nord come al Sud, minuto per minuto, ed eventuali decisioni dipenderanno dal suo evolversi.
Intanto, come titolano tutte le testate on line e i telegiornali, il Governo ha deliberato lo stanziamento di 25 miliardi per fronteggiare le conseguenze economiche della grave crisi sanitaria. Una previsione di spesa straordinaria da impiegare gradualmente. Un primo decreto, in arrivo venerdì, avrà a disposizione 12 miliardi, la restante parte della somma sarà spesa in seguito, secondo una programmazione che terrà conto delle necessità ulteriori che verranno a determinarsi.
La misura del Governo riguarderà i mutui per la prima casa e una loro sospensione fino a 18 mesi, in caso di riduzione dell’orario di lavoro o di interruzione dello stesso; oggetto del provvedimento anche le rate di mutui e prestiti bancari che verranno sospese per chi perde il lavoro. Sul fronte imprese, si lavorerà per snellire il Codice degli appalti, e via via saranno resi noti tutti gli altri interventi.
“Nessuno resterà senza lavoro”, ha dichiarato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha precisato che il Governo ha ottenuto la piena approvazione da parte dell’Unione Europea.
Difficile immaginare il contrario.
Quanto alle Regioni, anche i governatori del Centro-Sud che dialogano costantemente con la Presidenza del Consiglio dei ministri, chiedono sostegni per le situazioni di crisi ovviamente differenti, a seconda del territorio interessato, ma ugualmente pressanti. In verità, nonostante le legittime rassicurazioni del Governo, c’è chi il posto di lavoro lo ha già perso.
Ma bisogna ricordarsi che le grandi crisi possono diventare grandi opportunità. La storia lo ha dimostrato. In Italia alcune aziende hanno deciso di far fronte comune contro l’emergenza. L’esempio di Mantero e Ratti, due grandi marchi storici del tessile, è emblematico. Le due imprese, da sempre concorrenti, hanno siglato un accordo per lavorare insieme, allo scopo di tutelare la filiera della seta italiana. E in Cina si torna lentamente alla normalità, con le attività che ripartono, mentre le aziende e le istituzioni inventano soluzioni nuove da proporre agli utenti, come i pacchetti che uniscono la cultura (l’ingresso in un museo, per esempio) alla ristorazione (un pranzo in un locale che ha precedentemente stretto un accordo con il museo).
Anche l’Italia ripartirà, al momento giusto.
Per ora #restiamoacasa.