“Science will always be at the forefront of my administration”. Immediatamente dopo la cerimonia di insediamento, Joe Biden, 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America, aveva già firmato una serie di provvedimenti “programmatici”. Chiaro l’intento di tracciare subito una netta linea di demarcazione rispetto all’era Trump, culminata con l’assalto a Capitol Hill, il 6 gennaio scorso. Dalla sanità pubblica all’immigrazione, dal cambiamento climatico ai diritti umani, le sfere di intervento sono diverse. La direzione sembra essere una sola: ricompattare il Paese.
Non più il controverso slogan “America first”, ma un’unica parola spoglia di “pretesi primati” o “categorie”, una delle più ricorrenti del discorso di insediamento di Biden: unità. La necessità di ricucire gli strappi di una politica dissennata e assai poco vicina ai cittadini, di unire il Paese attorno alle questioni più urgenti, di impatto globale.
La scienza, tenuta in odio dal predecessore Trump, torna in primo piano e - come ha dichiarato il neopresidente - sarà sempre in prima linea durante la legislatura. Tra i primi atti dell’ex vice di Obama, la nomina di Eric Lander, professore di biologia presso il MIT (Massachusets Institute of Technology), a direttore dell’Ufficio della Casa Bianca sulle Politiche Scientifiche e Tecnologiche. Il suo predecessore era un meteorologo. Francis Collins, che lavora con Lander al progetto sul genoma umano, viene confermato come direttore dell’Istituto Nazionale della Sanità.
Inoltre, Biden ha nominato due eminenti scienziate alla guida del President’s Council of Advisors on Science and Technology. Si tratta di Frances Arnold e Maria Zuber. La prima è stata insignita del premio Nobel per la chimica nel 2018. A lei si deve l’uso pionieristico dell’evoluzione diretta per l’ingegnerizzazione degli enzimi. Secondo la scienziata, ogni organismo è in grado di generare energia, utilizzando ciò che ha intorno per creare composti chimici necessari alla sopravvivenza. Secondo le sue teorie, in futuro molti farmaci potrebbero essere sostituiti da enzimi naturali, dai quali se ne potranno creare di nuovi in laboratorio.
L’altra donna che riceve il prestigioso incarico alla Casa Bianca è Maria Zuber, astronoma, vicepresidente per la Ricerca al MIT, nonché membro del National Science Board e docente di geofisica.
Anche il vicecapo della politica scientifica sarà una donna: la sociologa Alondra Nelson. Queste nomine sono un chiaro segnale della volontà dell’amministrazione Biden di coinvolgere la scienza in ogni discussione politica, ha sottolineato la stampa americana.
Sui primi atti del neopresidente USA si è espresso anche Simone Bianco, membro dello staff di Ricerca del Dipartimento di Genomica industriale applicata presso l’IBM Research-Almaden. Nato a Taranto, Simone Bianco è stato ospite del BeAlternatives-TEDxTaranto 2019, organizzato anche da LWBProject. Il suo contributo alla riflessione sulla transizione Trump Biden è andato in onda, introdotto dalla giornalista Gabriella Ressa, su Radio Cittadella.
Eccone un estratto:
“La presidenza di Biden rappresenta una grande opportunità per gli USA. A differenza di quanto fatto da Trump, il neopresidente intende fronteggiare l’emergenza virus con un atteggiamento proattivo anziché con uno reattivo. Lo dimostra la creazione di una task force di consulenti scientifici di altissimo livello, nel campo della genetica e della salute pubblica. Dal punto di vista personale, la storia di Biden è completamente diversa da quella di Trump. È un uomo che ha sofferto molto, per la perdita della prima moglie e di due figli. La sua campagna elettorale è stata incentrata sull’empatia e sull’unità della nazione, elementi persi durante il quadriennio Trump. Per la politica estera americana, la sua elezione è estremamente importante. Nonostante la Cina, gli USA hanno ancora un ruolo di primo piano nella politica mondiale. Il rientro degli USA negli accordi di Parigi, la volontà di riallacciare i legami con l’Iran rappresentano un segnale molto forte. Il rischio è che l’emergenza sanitaria, ancora attiva, faccia scivolare in secondo piano la politica estera, rispetto a quella interna. Quanto al ruolo degli scienziati, Anthony Fauci è stato maltrattato da Trump in maniera evidente; la speranza è che scienza e tecnologia siano, nel prossimo quadriennio, un punto focale per la crescita economica del Paese”.