Cento paesi in tutto il mondo hanno celebrato, lo scorso 8 febbraio, la Giornata mondiale della sicurezza informatica. Il contrasto al cyberbullismo e alle pratiche di pirateria digitale comincia tra i banchi di scuola. Agli studenti si sono per lo più rivolte le campagne organizzate quest’anno, in occasione del Safer Internet Day.
Alle iniziative volte a promuovere la cultura della legalità e del rispetto in rete ha partecipato anche la Polizia di Stato, con la sesta edizione di #cuoriconnessi: un libro che raccoglie le testimonianze di persone che hanno subito episodi di bullismo on line e racconti di chi invece ha trovato nella tecnologia una via per cambiare la propria vita, per migliorarla.
La tecnologia deve essere uno strumento al servizio della comunità. LWBProject promuove spesso progetti che legano gli strumenti offerti dalla rete ai bisogni della collettività, alla diffusione di pratiche inclusive. Perché le piattaforme social dovrebbero includere, mentre sappiamo che troppo spesso diventano veicoli di comportamenti e pratiche discriminatorie e offensive.
Quanto agli attacchi informatici che prendono di mira le aziende, il 2021 ha visto crescere il numero degli episodi del 31%, rispetto all’anno precedente.
L’iscrizione alle piattaforme e l’accesso ai siti di pubblica utilità prevedono la registrazione da parte del potenziale utente. I dati che entrano, in questo modo, in rete possono essere preda di pirateria informatica o essere ceduti a terzi, dalle stesse aziende cui vengono comunicati (ma questo è un altro discorso).
I dati e i profili degli utenti digitali rappresentano le miniere del nuovo millennio, anche quando sono gestiti legalmente (è l’utente che deve consapevolmente esercitare i propri diritti, attraverso scelte specifiche, evitando i siti non certificati e con una serie di accorgimenti, tra i quali la differenziazione e la protezione delle password).
Tornando agli attacchi informatici, spesso fanno più gola i dati sanitari di quelli finanziari. Come testimonia il rapporto di Accenture dal titolo The state of cybersecurity resilience 2021, gli attacchi informatici più pericolosi, anche dal punto di vista dei costi, sono quelli che investono l’ambito sanitario. Come riporta l’AGI, secondo gli specialisti di Kaspersky, il 50% dei fornitori di servizi sanitari italiani non utilizza app progettate per la telemedicina.
L’educazione al corretto uso degli strumenti digitali riguarda quindi non soltanto gli studenti, ma anche il mondo produttivo. Le imprese dovrebbero essere più attente al genere di prodotto che utilizzano per gestire i dati dei loro clienti. Un suggerimento che vale per tutti: utilizzare strumenti free, come per esempio gli antivirus che non comportano costi, può non essere la via migliore per proteggere i propri dispositivi e quindi il proprio lavoro. Si viaggia in rete con terminali e software aggiornati, in questo modo le possibilità di essere oggetto di attacchi informatici diminuiscono. Lavorare con sistemi obsoleti e senza una reale protezione contro i virus, così come contro i malware, espone a pericoli non solo le singole aziende, ma anche il complesso dei clienti e dei collaboratori che a quelle imprese fanno riferimento. Prevenire gli attacchi è essenziale: quando si diventa oggetto della pirateria informatica, i tempi per individuare gli autori del cybercrimine possono essere molto lunghi. Non sempre si raggiunge lo scopo e spesso i reati restano senza un responsabile.
Un altro degli attacchi che ha fatto registrare un incremento dei casi, nel corso del 2021, è collegato ai ransomware. Come il termine stesso suggerisce si tratta di un blocco di rete o di dispositivo che per essere risolto prevede un riscatto. Nel 2021 il numero di questi episodi è aumentato, nel nostro Paese, dell’81% rispetto al periodo gennaio-novembre 2020.
Il ransomware può riguardare qualsiasi tipo di utenza, colpendo sia il privato cittadino, sia il dipendente pubblico o il titolare di un’impresa. Chi ne è vittima non riesce più ad accedere al proprio computer, ai propri file. La cosa migliore da fare per prevenire gli attacchi di questo tipo è provvedere a un backup dei dati. Quest’operazione deve essere eseguita regolarmente, su dischi esterni o su server di archiviazione come OneDrive Microsoft o Google Drive. Spesso anche pagando il riscatto non si torna in possesso dei propri dati. Ecco perché è importante evitare i ransomware.