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È stato approvato alla Camera il disegno di legge che disciplina l'attività di ristorazione in abitazione privata (home restaurant).
Si tratta di  un'attività innovativa che, secondo il giudizio del deputato Minardo che ha formulato la proposta di legge, "potrebbe permettere lo sviluppo dell'economia in molte regioni della nostra penisola e soprattutto in quelle del Mezzogiorno e può offrire ai turisti, e non solo, un servizio tipico valorizzando, al contempo, il patrimonio enogastronomico locale, nonché favorendo lo sviluppo di nuova occupazione". 
Questa proposta di legge ha lo scopo di disciplinare l'attività di home restaurant prevedendo anche forme di agevolazione fiscale e previdenziale per coloro che intraprendono tale attività. 

LA PROPOSTA DI LEGGE 
Per attività di home restaurant si intende l'attività finalizzata all'erogazione del servizio di ristorazione esercitata da persone fisiche all'interno dell'immobile, di proprietà o concesso in locazione, destinato ad abitazione privata delle stesse persone fisiche. La presente legge ha lo scopo di valorizzare e di favorire la cultura del cibo tradizionale e la cultura del prodotto tipico e del territorio.

Per lo svolgimento dell'attività di home restaurant, i soggetti si avvalgono della propria organizzazione familiare e utilizzano parte dell'immobile destinato ad abitazione, oltre a possedere i requisiti igienico-sanitari. Coloro che esercitano l'attività di home restaurant devono essere in possesso dell'attestato dell'analisi dei rischi e dei punti critici di controllo (HACCP), in materia di igiene e sicurezza alimentare.
  
Al fine dell'esercizio dell'attività di home restaurant i soggetti sono tenuti a presentare la segnalazione certificata di inizio attività ed il comune competente provvede a effettuare un apposito sopralluogo al fine di confermare l'idoneità dell'immobile destinato ad abitazione all'esercizio dell'attività di home restaurant.

All'attività di home restaurant si applica il regime fiscale e previdenziale previsto dalla normativa vigente per le attività saltuarie. (Non può superare il limite massimo di 500 coperti per anno solare, né generare proventi superiori a 5.000 euro annui).