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L’emergenza sta lasciando il passo alla ricostruzione. Gli scienziati avvertono che non siamo fuori dalla pandemia e l’attenzione delle istituzioni deve essere massima in questo momento di transito verso la cosiddetta Fase 2. Gradualmente, a partire dal 4 maggio riapriranno alcuni esercizi commerciali (diversi avevano già avuto l’autorizzazione a farlo) e molti segmenti produttivi riavvieranno gli ingranaggi rimasti fermi finora, dall’inizio di marzo. 

Gli ultimi a riagganciare la “normalità” saranno (stando all’ultimo decreto del Presidente del Consiglio), coloro che lavorano in ambito estetico, l’industria dello spettacolo e gli sport di squadra. Per le startup in difficoltà VC Hub Italia aveva lanciato un appello al Governo perché non lasciasse disperdere il patrimonio di conoscenza, idee e innovazione che le startup rappresentano. Quelle impegnate nella lotta al Covid hanno visto un’accelerazione delle proprie attività; altre realtà stentano a restare in piedi e per altre ancora si aprono interessanti prospettive. Il segreto sta nel saper intercettare i bisogni del momento, interpretarli attraverso soluzioni tecnologiche e avviare un nuovo corso. Quello che in genere uno startupper sa fare bene.

Pin Bike (da un’idea di Davide Di Bisceglie, Vicenzo Belpiede e Nico Capogna), il cui focus è l’utilizzo della bicicletta per la mobilità urbana, è un esempio positivo, in questo momento.   

Abbiamo parlato nuovamente (leggi intervista dello scorso 28 maggio http://lwbproject.com/magazine/2019-05/pin-bike-la-bici-ti-fa-guadagnare-punti), con Nico Capogna. Questa volta concentrando l’attenzione sulla fase storica che stiamo attraversando.

Il mondo intero si è fermato a causa del Covid-19. Qual è la situazione di Pin Bike al momento?

Nella primavera del 2019 avevamo attivato il nostro sistema certificato di monitoraggio, nel Comune di Bari. Ricordiamo che Pin Bike nasce dalla nostra passione per la bicicletta, mezzo di trasporto compatibile con le esigenze di una maggiore sostenibilità ambientale. Attraverso un congegno installato sulla bici e collegato ad una piattaforma, riusciamo a tracciare i movimenti delle biciclette. Un sistema che consente ai comuni di offrire benefit e incentivi a chi pedala di più. Tutto avviene nella tutela della privacy. 

Al momento siamo fermi naturalmente sia a Bari, sia a Torino, l’altro Comune che ha adottato Pin Bike, lo scorso ottobre. Come sappiamo la mobilità è molto ridotta, quasi azzerata a causa dell’emergenza sanitaria. Le nostre bici sono a riposo dunque. Gli utenti potranno probabilmente rimettersi in sella il primo giugno. 

Sostenibilità è una parola che ai tempi del Covid-19 è in sintonia con le misure di cautela che il Governo sta giustamente adottando per la Fase 2. La vostra startup potrebbe offrire una soluzione pronta a tanti amministratori. 

Sì, sappiamo tutti che i mezzi pubblici non potranno viaggiare al massimo della loro capienza. A bordo dei bus e delle metropolitane, soprattutto nelle grandi città, non sarà semplice far rispettare le distanze di sicurezza. La bicicletta quindi potrebbe essere una valida alternativa, per evitare le congestioni urbane e ridurre i rischi di contrarre il virus; a Bari e a Torino sono in tanti a recarsi al lavoro in bici, con Pin Bike. I chilometri che percorrono si trasformano in bonifici che arrivano direttamente sui loro conti o in buoni da spendere nei negozi cittadini. 

C’è il rischio durante la Fase 2 che si scelga di utilizzare l’auto privata per gli spostamenti, un mezzo che certamente offre una maggiore sicurezza rispetto al rischio del contagio. Ciò causerebbe situazioni ingestibili, dal punto di vista del traffico e dell’inquinamento. Siete riusciti ad arrivare ai rappresentanti del Governo, per allargare la platea di possibili fruitori del vostro servizio?

Con gli assessori comunali, con i tecnici c’è una buona interlocuzione. Siamo in contatto con molti comuni, tra i quali anche Taranto. E l’anno scorso abbiamo stretto un accordo con il Ministero dell’ambiente. Più complicato è arrivare a parlare con figure chiave come Vittorio Colao, che guida il team di esperti che studiano la fase della ripartenza economica, pur nella convivenza con il virus. Il nostro è un sistema che si può attivare immediatamente, già in uso e con ottimi risultati. 

A proposito di risultati possiamo parlare di numeri?

A Bari abbiamo tagliato il traguardo dei mille utenti, con una media di 3,8 chilometri al giorno per bici. Ci sono persone che viaggiano sulle due ruote per 50 chilometri quotidianamente, per raggiungere il luogo di lavoro. A Torino, dove la cultura della bicicletta è più sviluppata, abbiamo registrato una media di 7 chilometri al giorno, per utente. Sono 500 le bici che nel capoluogo piemontese montano il sistema Pin Bike. In entrambe le città gli amministratori premiano i fruitori del servizio con bonifici in denaro, a seconda dei chilometri e delle tratte percorse. Ma a breve rilasceranno anche buoni da spendere nei negozi cittadini. E ciò sarà utile anche ai commercianti, in special modo nel momento della riapertura delle saracinesche. 

Ma qualche problema economico lo starete registrando anche voi. Immaginiamo che lo stop stia causando perdite, relativamente ad investimenti già fatti.

I problemi a livello economico sono relativi; dovevamo partire con il progetto anche a Bergamo, una città simbolo purtroppo di questa pandemia. Naturalmente qui si è dovuto abbandonare ogni proposito, almeno in questa fase. Ma l’accordo con gli amministratori c’è e siamo fiduciosi nel futuro prossimo, nella possibilità che anche i cittadini di Bergamo possano apprezzare Pin Bike. 

Oltre alla bici, altri mezzi green che prenderete in considerazione? 

I monopattini elettrici; nelle città turistiche piacciono molto e come le bici non inquinano, non ingombrano e sono mezzi di trasporto individuale.