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L’emergenza sanitaria, economica e sociale causata dalla diffusione del Covid-19 si intreccia con i temi legati all’ambiente. Le interconnessioni tra i grandi problemi che affliggono i Paesi di tutto il mondo non sono in qualche caso evidenti, ma sono certe.

Nonostante il coronavirus, il 27 e il 28 aprile scorsi si è tenuto l’undicesimo Dialogo sul clima di Petersberg, un confronto internazionale sulle urgenze legate all’ambiente, al clima, nell’attuale contesto dominato dal Covid-19.

A caratterizzare il dialogo, questa volta, le modalità attraverso le quali si è svolto, ovviamente a distanza. Anche il Ministro dell’ambiente Sergio Costa ha partecipato alla videoconferenza: una platea virtuale di interlocutori reali piuttosto ampia. All’evento di Petersberg hanno preso parte trenta capi di governo, i ministri dell’ambiente e i rappresentanti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti climatici. Erano in video confronto anche il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres, il primo ministro del Regno Unito appena guarito dal Covid, Boris Johnson e Angela Merkel, cancelliera tedesca. Germania e Gran Bretagna sono infatti i promotori dell’iniziativa, nata nel 2010.

A distanza di dieci anni, i rappresentanti dei governi si sono ritrovati di fronte alle problematiche di sempre, aggravate però dall’emergenza sanitaria tuttora in corso. Necessaria, ora più che mai, una visione comprensiva di tutte le variabili, come del resto impone la grammatica del Dialogo di Petersberg. Per la prima volta, ciascuno ha presentato la propria relazione, collegandosi per via telematica con gli altri interlocutori.

Le possibilità che la tecnologia offre stanno trovando un importante banco di prova, in questi giorni, anche nelle sedi istituzionali. All’undicesimo Petersberg Climate Dialogue si è parlato certo degli obiettivi di riduzione delle emissioni inquinanti, di un nuovo modello di sviluppo sociale ed economico, come avvenuto in passato, ma in un clima decisamente mutato.

Il Covid-19 ha rimesso tutto in discussione, ha determinato sterzate impensabili fino a pochi mesi fa, da parte delle comunità, anche di quelle che studiano le dinamiche del clima e promuovono le possibili misure per favorire un approccio economico sostenibile. Gli interventi ambientali divengono ora più urgenti, alla luce delle nuove evidenze scientifiche. Il negoziato internazionale sul clima deve muoversi con una maggiore prontezza e una lungimiranza ancora più affilata. Le variabili erano già tante, il Covid ne pone altre ancora sul tavolo della discussione. La ripresa economica deve partire anche da confronti come questo e dalle opportunità che la crisi generata dal virus, lascia intravedere, pur nella drammaticità degli eventi.